giovedì 18 aprile 2013

18 aprile. Giovedì III settimana Tempo Pasquale

Non una presenza impalpabile, un’essenza nebulizzata che si spande intorno senza sapere bene cosa sia. Dio è “Persona” concreta, è un Padre, e dunque la fede in Lui nasce da un incontro vivo, di cui si fa esperienza tangibile. Il brano del Vangelo di Giovanni su cui riflette Papa Francesco – nel quale Gesù dice alla folla che “chi crede ha la vita eterna”– è occasione per un esame di coscienza. “Quante volte”, si chiede il Papa, tanta gente dice in fondo di credere in Dio. “Ma in quale Dio tu credi?”, è la sua domanda diretta, con la quale il Pontefice pone di fronte l’evanescenza di certe convinzioni con la concretezza di una fede vera:
“Un ‘dio diffuso’, un ‘dio-spray’, che è un po’ dappertutto ma non si sa cosa sia. Noi crediamo in Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo. Noi crediamo in Persone, e quando parliamo con Dio parliamo con Persone: o parlo con il Padre, o parlo con il Figlio, o parlo con lo Spirito Santo. E questa è la fede”. Nel brano del Vangelo, Gesù afferma pure che nessuno può venire a Lui “se non lo attira il Padre”. Queste parole dimostrano che “andare da Gesù, trovare Gesù, conoscere Gesù è un dono” che Dio elargisce. Un dono, spiega, come quello che vede protagonista il funzionario della regina d’Etiopia descritto nella lettura degli Atti, al quale Cristo invia Filippo a chiarirgli l’Antico Testamento alla luce della Risurrezione. Quel funzionario non era “un uomo comune” ma un ministro reale dell’economia e per questo “possiamo pensare che sia stato un po’ attaccato ai soldi”, “un carrierista”. Eppure quando questo individuo ascolta Filippo parlargli di Gesù “sente che è una buona notizia”, “sente gioia”, al punto da farsi battezzare nel primo luogo dove trova dell’acqua:
“Chi ha la fede ha la vita eterna, ha la vita. Ma la fede è un dono, è il Padre che ce la dà. Noi dobbiamo continuare questo cammino. Ma se andiamo su questa strada, sempre con le cose nostre – perché peccatori siamo tutti e noi abbiamo sempre alcune cose che non vanno, ma il Signore ci perdona se gli chiediamo perdono, e avanti sempre, senza scoraggiarci – ma su quella strada ci succederà lo stesso che a questo ministro dell’economia”. Succederà ciò che gli Atti degli Apostoli riferiscono di quel funzionario dopo aver scoperto la fede: “E pieno di gioia proseguiva la sua strada”:
“E’ la gioia della fede, la gioia di aver incontrato Gesù, la gioia che soltanto ci dà Gesù, la gioia che dà pace: non quella che dà il mondo, quella che dà Gesù. Questa è la nostra fede. Chiediamo al Signore che ci faccia crescere in questa fede, questa fede che ci fa forti, ci fa gioiosi, questa fede che incomincia sempre con l’incontro con Gesù e prosegue sempre nella vita con i piccoli incontri quotidiani con Gesù”. 

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