giovedì 11 aprile 2013

11 aprile. Giovedì II settimana Tempo Pasquale


Ascoltare Dio ci rende liberi e ci dona quella felicità che “le proposte del mondo” non possono garantire. 
“Obbedire a Dio è ascoltare Dio, avere il cuore aperto per andare sulla strada che Dio ci indica. L’obbedienza a Dio è ascoltare Dio. E questo ci rende liberi”. Obbedire al Signore significa ascoltare la sua voce, come ha fatto Pietro, che, rivolgendosi ai farisei e agli scribi, ha detto: “Io faccio quello che mi dice Gesù, non quello che voi volete che io faccia”. “Nella nostra vita sentiamo anche cose che non vengono da Gesù, che non vengono da Dio”. “Le nostre debolezze, a volte, ci portano su quella strada” o in un altro percorso che prevede un duplice orientamento, una sorta di “doppia vita”, alimentata da “quello che ci dice Gesù” e da “quello che ci indica il mondo”. Ma cosa succede quando ascoltiamo Gesù? A volte quelli che fanno l’altra proposta, legata alle cose del mondo, "si infuriano" e la strada finisce nella persecuzione. Molti ascoltano quello che Gesù chiede loro, tanti sono perseguitati. Molti con la loro vita testimoniano la volontà di obbedire a Dio, di percorrere la strada che Gesù indica loro.
E’ questa la meta alla quale oggi la Chiesa ci esorta con questa Liturgia: “Andare per la strada di Gesù”. Si tratta di non sentire le proposte del mondo, “proposte di peccato” o di compromesso che ci allontanano dal Signore. “Questo non ci renderà felici”. L’aiuto per percorrere la strada indicata da Gesù e per obbedire a Dio possiamo trovarlo nello Spirito Santo. “E’ proprio lo Spirito Santo che ci dà forza per andare”, per proseguire lungo questo cammino. Nostro Padre “ci dà lo Spirito, senza misura, per ascoltare Gesù e andare per la strada di Gesù”. Ma dobbiamo essere coraggiosi in questo, chiedere “la grazia del coraggio”, il coraggio di dire: “Signore, sono peccatore, alle volte obbedisco a cose mondane ma voglio obbedire a Te, voglio andare per la Tua strada”. Chiediamo questa grazia di andare sempre per la strada di Gesù. E quando non lo facciamo chiediamo perdono: “Il Signore ci perdona, perché Lui è tanto buono”.

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