lunedì 25 marzo 2013

25 marzo. Lunedì santo

Durante la Settimana Santa, pensiamo alla “pazienza” che Dio ha con ognuno di noi. 
L’emblema dell’infinita pazienza che Dio ha per l’uomo è riflesso nell’infinita pazienza che Gesù ha per Giuda. 

Papa Francesco ha preso spunto dalla scena del Vangelo di oggi, nel quale Giuda critica la scelta di Maria, sorella di Lazzaro, di ungere i piedi di Gesù con trecento grammi di prezioso profumo: meglio sarebbe stato – sostiene Giuda – venderlo e dare il ricavato ai poveri. 
Giovanni nota nel Vangelo che a Giuda non interessavano i poveri ma i soldi, che rubava. Eppure “Gesù non gli ha detto: ‘Tu sei un ladro’”. Con l’amore, ha affermato, “è stato paziente con Giuda, cercando di attirarlo a sé con la sua pazienza, con il suo amore. Ci farà bene pensare in questa Settimana Santa, alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati”.
Anche il brano di Isaia della prima lettura nel presentare “l’icona di quel ‘servo di Dio’, ha sottolineato di Gesù la mitezza, la pazienza. Che è la pazienza di Dio stesso. “Quando si pensa alla pazienza di Dio: quello è un mistero!” “Quanta pazienza ha Lui con noi! Facciamo tante cose, ma Lui è paziente”. E lo è “come quel padre che il Vangelo dice che ha visto il figlio da lontano, quel figlio che se n’era andato con tutti i soldi della sua eredità”. E perché l’ha visto da lontano? “Perché tutti i giorni andava in alto a guardare se il figlio tornava”. Questa “è la pazienza di Dio, questa è la pazienza di Gesù”. “Pensiamo a un rapporto personale, in questa Settimana: come è stata nella mia vita la pazienza di Gesù con me? Soltanto questo. E poi, uscirà dal nostro cuore una sola parola: ‘Grazie, Signore! Grazie per la tua pazienza”.

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